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Pomodorini del Piennolo

I Pomodorini del Piennolo del Vesuvio DOP

…”vado a trovare i miei a Napoli, vuoi che ti porti qualcosa?”…

questa è’ la domanda che la mia amica Valeria mi fa ogni qualvolta appunto, va a trovare i suoi per poi  tornare in Toscana con la macchina stracarica di eccellenti prodotti.

La mia risposta quale sarà?.. “Certo che sì! ..portami quei deliziosi pomodorini che sanno di mare”….

questi pomodori infatti sanno di mare, sono ineguagliabili , la loro imposizione di coltivazione li rende davvero particolari, se li cuciniamo con un semplicissimo spaghetto sembrerà di mangiar la pasta alle vongole, ma di vongole non ce n’è neppure l’ombra.

Anche in Toscana si coltivano i pomodorini che si conservano appesi per l’inverno, mia nonna ricordo che li preparava… ma non sono proprio paragonabili a questa squisitezza….il sole e il mare in questo prodotto .fanno da padroni.

Il pomodorino del piennolo deve il suo nome alla consuetudine dei contadini vesuviani di intrecciare, intorno ad uno spago legato a cerchio, i grappoli di pomodorini, sino a formare un grande grappolo (il piennolo) che viene poi appeso in un ambiente asciutto e ventilato.
I pomodorini potranno così essere staccati di volta in volta dal “piennolo” per essere consumati nei mesi successivi. La coltivazione in terreni non irrigui e la buccia particolarmente spessa favoriranno la conservazione per tutto l’inverno e, nelle stagioni più favorevoli, sino alla Pasqua successiva alla raccolta.

L’areale di coltivazione del pomodorino del piennolo comprende tutti i comuni inclusi nel perimetro del Parco Nazionale del Vesuvio a un’altitudine compresa tra i 150 e i 450 metri sul livello del mare.
I semenzai si preparano a fine febbraio, mentre le piantine si trapiantano dal semenzaio in campo aperto in marzo-aprile; la raccolta avviene tra luglio e agosto.
Il suolo è costituito da materiale piroclastico proveniente dalle colate laviche stratificatesi nei secoli, con caratteristiche fisico-chimiche abbastanza uniformi. Esso è di colore tendenzialmente scuro, sciolto, prevalentemente sabbioso, permeabile, povero di sostanza organica e quindi di azoto, ricco di potassio.
Tutte le pratiche agricole (trapianto, cimatura, rincalzatura, diserbo, raccolta ecc.) sono eseguite a mano a causa della disposizione irregolare e a terrazze dei terreni, che rende difficile la meccanizzazione.
Le rese, in mancanza di irrigazione, sono molto basse e non superano i 100/120 q/ha.

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