Pici alla cafona
Il bello di avere un blog e’ anche scoprire che tante persone ti seguono con piacere da ogni parte della nostra penisola e che con qualcuna di queste puo’ nascere come e’ gia’ accaduto, un’amicizia.
Irene per esempio, penso che mi segua dal primo giorno in cui ho messo in rete le mie ricette. Ci scriviamo spesso, ci scambiamo consigli e ci spediamo pacchi alimentari per unire le tradizioni del nostro territorio ed e’ cosi’ che ci siamo ripromesse di incontrarci presto…
Il pacchetto che ho ricevuto prima di Natale, conteneva una prelibatezza della sua terra, i peperoni cruschi, ne avevo solo sentito parlare ma non avevo avuto il piacere di assaggiarne la loro squisitezza. Ma scopriamo insieme cosa in realta’ sono e come si cucinano….
I peperoni Cruschi sono ottenuti dalla coltivazione di alcuni ecotipi locali di peperone, caratterizzati da uno spessore sottile del frutto e da un basso contenuto di acqua che consentono una rapida essiccazione praticata secondo un metodo strettamente naturale: per due o tre giorni i peperoni appena raccolti vengono stesi su reti nella penombra di locali asciutti e ben areati; poi vengono infilati i peduncoli con uno spago fine ottenendo delle collane dette ”serte” che asciugano al sole, appese a pertiche o ringhiere. A completa essiccazione vengono fritti in abbondante olio extravergine di oliva ottenendo un prodotto croccante e fragrante (il peperone crusco). Ideale per guarnire primi piatti , carni rosse o baccalà; macinato in accompagnamento a varie pietanze o nell’impasto di formaggi e salumi; sbriciolato su paste al sugo, con aglio, olio e peperoncino o con mollica fritta.
Irene mi ha consigliato una ricetta per cucinare degli spaghetti, io ho pensato di preparare dei Pici Senesi cucinati alla sua maniera ed ho unito la Toscana alla Calabria.
Grazie Irene, spero ti faccia piacere questa unione di sapori…..
Dimenticavo..chi non riuscisse a trovare i peperoni cruschi puo’ ometterli dalla ricetta, che risultera’ comunque saporita per la presenza delle alici.